2.10.07

Segrate Scrive 2_28.09.07: Mimmo Cecere, Massari e masserie. Forme del lavoro e cultura materiale in Lucania

Ecco alcune notizie bio-bibliografiche su Mimmo Cecere, protagonista, insieme con Alberto Cristofori e Vasco Vacchi del quinto e ultimo incontro di Segrate Scrive 2 (28.09.07).

Il libro. Il paradigma della grande azienda rurale che ha caratterizzato il territorio della collina Materana, fino agli anni ’50, era costituito da una masseria principale, adibita a centro logistico delle attività produttive e a residenza di campagna del signorotto, enfaticamente detta “capitale”, da alcune masserie di campo, da una porcilaia, da un vaccariccio e da uno o più jazzi (il più importante dei quali fungeva da capo-jazzo). Le diverse unità produttive, operando in sinergia tra loro, attuavano uno sfruttamento combinato delle risorse del latifondo. Ogni insediamento era strutturato per rispondere a specifiche funzioni, deducibili immediatamente dalle caratteristiche formali dalle costruzioni. Jazzi, masserie, porcilaie e vaccaricci, essendo delle unità produttive autonome, erano gestite da distinte figure di massari che, generalmente, si tramandavano di padre in figlio la direzione delle rispettive unità produttive.




L'autore. Mimmo Cecere è nato a Stigliano (Matera) nel 1952. Vive a Segrate (MI) da circa trent’anni. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera e ha frequentato la Facoltà di Lettere Moderne dell’Università Statale di Milano. E’ titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al LAS “U. Boccioni” di Milano e al contempo svolge attività di ricercatore, di pubblicista e di operatore artistico.

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